Storia

La Storia della termografia

La scoperta della termografia avenne tra il 1770 ed il 1800 dal ricercatore Italiano Marsilio Landriani. Dopo alcuni esperimenti con un prisma di vetro che attraversato dai raggi del sole scomponeva la luce nei colori, scoprì che oltre la “zona del rosso” c’era una zona esterna ai colori del prisma dove veniva rilevato un ulteriore aumento di temperatura.

In seguito anche il Sir Frederik William Herschel, astronomo Tedesco, ebbe la stessa intuizione mente era alla ricerca di un filtro ottico per ridurre la luminosità del sole durante le osservazioni al telescopio.

Fu colpito accidentalmente dal fatto che alcuni filtri di vetro colorato,  trasparivano quantità diverse di calore del sole, ed alcuni in particolare rischiarono di ferirlo agli occhi solo dopo pochi istanti di osservazione.

Volle così approfondire e dopo diversi esperimenti, con l’utilizzo di un prisma di vetro attraversato dalla luce solare e alcuni termometri come rilevatori, fu il primo ad accertarsi dell’esistenza di punti fuori dallo spettro del visibile in cui la radiazione termica raggiungeva valori più elevati.

Si accorse che le misurazioni effettuate all’interno dello spettro del visibile non riuscivano ad ottenere tali risultati. Posizionò infatti un termometro sensibile al mercurio da un colore all’altro nello spettro del prisma e misurò le temperature.

Il prisma di vetro

Si accorse che queste aumentavano quando il termometro si spostava oltre la luce rossa. Definì tale zona “calore oscuro” e oggi a questa zona viene associata la corrispondenza  della “lunghezza d’onda dell’infrarosso”.

Si accorse che queste aumentavano quando il termometro si spostava oltre la luce rossa. Definì tale zona “calore oscuro” e oggi a questa zona viene associata la corrispondenza  della “lunghezza d’onda dell’infrarosso”.

Da allora altri ricercatori come l’Italiano Macedonio Melloni che attorno al 1830 dedicò i suoi studi al “calore radiante”, ideando il “termomoltiplicatore”.

Dimostro’ che il calore radiante aveva le stesse proprietà della luce. Il Sir John Herschel, figlio dello scopritore, che nel 1840 fu il primo a riprodurre una “immagine di calore”.

Samuel Pierpont Langley che nel 1880 inventò il bolometro, strumento utilizzato per la misura della radiazione elettromagnetica. Lo scienziato Inglese Sir James Dewar che nel 1892  introdusse l’uso dei gas liquefatti per il raffreddamento dei rilevatori di calore.


L’evoluzione

Tra il 1900 e il 1920 iniziò la produzione dei primi apparecchi radiometrici. Erano in grado di rilevare esseri viventi, navi, aerei e addirittura iceberg. Durante la prima guerra mondiale fu utilizzata la tecnologia dell’infrarosso per il rilevamento del nemico e la guida di missili.

Ad oggi, con l’evoluzione tecnologica esistono dispositivi in grado di rilevare temperature prossime al centesimo di grado. Lavorando a diverse lunghezze d’onda, sono in grado di rilevare persino gas nocivi.

Queste apparecchiature vengono utilizzate ormai in ambito civile e militare, per la sicurezza, per la ricerca, in medicina e scienza.

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